3 – Il diottro oculare
ametrope
Il
diottro oculare in cui i raggi provenienti dall’infinito non vengono
messi a fuoco sulla retina, in condizioni di assoluta assenza di
accomodazione, è detto ametrope, aggettivo formato dalla parola
composta AMETROPIA derivata dal greco:
a
(alfa negativo), métron = misura, ops (gen. di opos) = dell’occhio
à
non (giusta) misura dell’occhio.
L’occhio
ametrope presenta una lunghezza sproporzionata alla distanza focale
del diottro, per cui il fuoco non viene a coincidere esattamente con
la retina; può essere considerato un occhio patologico, necessita di
un sistema ottico aggiuntivo o di una modifica del suo potere
diottrico per percepire le immagini a fuoco.
L’occhio
ametrope con fuoco posteriore alla retina, con uno sforzo accomodativo,
può ugualmente portare il fuoco sulla retina: l’accomodazione
determina un aumento del potere del diottro, riducendo la distanza
focale fino a farla coincidere con la retina.
Perché si abbia
una ametropia è sufficiente che sia modificato uno solo dei parametri
ottici necessari per un perfetto equilibrio tra il potere diottrico e
la lunghezza del bulbo.
In base alle
caratteristiche del diottro possiamo dividere le ametropie in sferiche
(diottro sferico, anche se ametrope) e asimmetriche o astigmatiche
(diottro asimmetrico).
3.1 – Ametropie sferiche
Il diottro con
ametropia sferica presenta, come quello emmetrope, un fuoco
puntiforme; il rapporto F/L
non è più uguale all’unità, potrà essere inferiore o superiore
determinando tipi di ametropia diversi.
Fattori ametropizzanti
Questi fattori
determinano un’alterazione dei parametri ottici necessari perché
sia mantenuto costante il rapporto distanza focale/ lunghezza del
bulbo.
Dalle seguenti
n2 *
R
F =
______________ L
= F
(condizione perché si abbia emmetropia)
n2 - n1
possiamo
ricavare:
n2
* R
L
=
______________
n2
- n1
Questa è la
relazione che deve essere soddisfatta perché il diottro oculare sia
emmetrope; se solo uno dei fattori che compongono la relazione si
modifica, si produrrà una ametropia.
Esaminiamo
singolarmente i vari fattori che compongono la relazione:
Fattori assiali
L – lunghezza del bulbo
Se la lunghezza
antero–posteriore aumenta o diminuisce, rimanendo invariato il
potere diottrico, il fuoco del diottro cadrà rispettivamente al
davanti o al di dietro della retina. In tal modo si producono le AMETROPIE
ASSIALI.
Fattori refrattivi
R – raggio di curvatura corneale
Modificando il
raggio di curvatura corneale, si avrà una variazione del potere del
diottro con conseguente variazione della distanza focale e non
coincidenza del fuoco con la retina. In pratica cambia la rifrazione
del diottro e si ha una AMETROPIA
REFRATTIVA.
n2 – indice di
rifrazione del secondo mezzo
Variando
l’indice di rifrazione del secondo mezzo, cioè interno
dell’occhio, che è il risultato di tutti gli indici di rifrazione
(considerando l’occhio, per semplicità, un diottro unico), si
modificherà il potere diottrico dell’occhio, e quindi anche il
fuoco, provocando una AMETROPIA REFRATTIVA D’INDICE (INTERNO). Una
variazione di uno qualsiasi dei singoli indici di rifrazione interni
è causa di una ametropia d’indice. Il più frequente ad essere
chiamato in causa è l’indice di rifrazione del cristallino, che con
l’età e l’insorgenza della cataratta aumenta fino a determinare
un errore di fuoco fino a 5-6 D, cioè la distanza focale può
diventare di 22 mm (si produce così una miopia d’indice , che
esamineremo più avanti).
n1 – indice di
rifrazione del primo mezzo
Anche l’indice
di rifrazione del primo mezzo, cioè l’aria , può cambiare. Queste
variazioni possono dipendere dalla semplice variazione di densità per
la pressione o anche dalla variazione di composizione della miscela
gassosa, queste variazioni in genere sono molto piccole da essere
considerate trascurabili. L’indice del primo mezzo può cambiare
perché cambia totalmente il mezzo, per esempio può essere l’acqua
(aprendo gli occhi immersi nell’acqua). Cambiando questo indice si
avrà una variazione del potere diottrico con allontanamento del fuoco
dalla retina. Anche questa è una AMETROPIA REFRATTIVA D’INDICE
(ESTERNO), ma da cause esterne all‘occhio.
Nel caso
particolare che il primo mezzo è l’acqua avremo i seguenti valori:
DT
= 18,4
(potere complessivo del diottro oculare in stato di
rilasciamento accomodativo)
con
F2 = 80,3 mm
DT
= 33
(potere complessivo del diottro oculare in stato di massima
accomodazione)
con
F2 = 44,8 mm
Come
si può notare dai precedenti valori di distanza focale, anche in
stato di massima accomodazione, l’occhio immerso in acqua non è in
grado di mettere a fuoco sulla retina, ma in un punto molto distante,
circa 10,8 mm. Quindi l’occhio nell’acqua è troppo corto per il
suo potere diottrico (si produce così una ipermetropia, che
esamineremo più avanti).
Per semplicità
l’occhio è stato considerato un diottro unico, tuttavia le stesse
considerazioni possono essere fatte per ogni singolo diottro del
diottro oculare composto.
Tipi di ametropie sferiche
Possiamo dividere
le ametropie sferiche, in base alla posizione del fuoco rispetto alla
retina, in: ipermetropia, miopia.
Ipermetropia
Nel diottro
ipermetrope i raggi provenienti dall’infinito, cioè paralleli,
vengono messi a fuoco dietro la retina, in condizioni di completa
assenza di accomodazione. Per valori non troppo elevati, con
l’accomodazione è possibile portare il fuoco sulla retina e
percepire l’immagine a fuoco.
Nell’ipermetropia,
essendo F>L, il rapporto tra la distanza focale e la lunghezza
dell’occhio sarà maggiore di 1:
F
F = distanza focale del diottro oculare
_____
> 1
L = lunghezza del
bulbo
L
Esempio di calcolo
della differenza di potere diottrico tra potere reale e potere
necessario per la emmetropia in caso di ametropia ipermetropica di
tipo assiale:
L = 23 mm
(lunghezza del bulbo più corto di un bulbo normale di 1 mm)
f
= 24 mm (fuoco per una lunghezza del bulbo normale)
dalla formula
n2
f =
_____
D
ricaviamo
n2
n2
D = ______
e
anche DD
= _________
f
L - f
per cui la
differenza diottrica sarà
1,479
1,479
DD
= ___________ =
__________ = _1,479
23 _ 24
_1
Cioè per ogni mm
di differenza di lunghezza tra bulbo e fuoco insorge una ametropia di
1,479 D (circa una diottria e mezza), nel caso che la differenza tra
lunghezza del bulbo e fuoco è negativa (cioè se la prima è minore
della seconda) si avrà una ipermetropia.
Miopia
L’occhio miope
ha un potere diottrico eccessivo in rapporto alla lunghezza del bulbo,
per cui i raggi provenienti dall’infinito, cioè paralleli, vengono
messi a fuoco anteriormente alla retina. In nessun modo
l’accomodazione può migliorare questa situazione perché è in
grado solo di aumentare il potere diottrico e quindi allontanare
anteriormente il fuoco.
Nella miopia,
essendo F<L, il rapporto tra la distanza focale e la lunghezza
dell’occhio sarà minore di 1:
F
F = distanza focale del diottro oculare
_____
< 1
L = lunghezza del
bulbo
L
Esempio
di calcolo della differenza di potere diottrico tra potere reale e
potere necessario per la emmetropia in caso di ametropia miopica di
tipo assiale:
L = 25 mm
(lunghezza del bulbo più, lungo di un bulbo normale di 1 mm)
f
= 24 mm (fuoco per una lunghezza del bulbo normale)
1,479
1,479
DD
= ___________ =
__________ = 1,479
25 _ 24
1
Nel caso che la
differenza tra lunghezza del bulbo e fuoco è positiva (cioè se la
prima è maggiore della seconda) si avrà una miopia.
3.2 – Ametropie asimmetriche o
astigmatiche
Il diottro con
ametropia asimmetrica o astigmatica non presenta un unico punto di
fuoco, ma due linee di fuoco, una orizzontale e una verticale, una
anteriore ed una posteriore, dovute alla differenza di
potere diottrico dei due meridiani principali. Lo spazio
compreso tra queste due linee è detto intervallo
di Sturm (vedi capitolo primo).
Tra tutte le due linee focali del conoide esiste un piano che
presenta un’area di forma circolare detta “cerchio di minore
diffusione o confusione”.
Questo cerchio di minore diffusione o confusione,
può considerarsi come il valore medio delle due distanze
focali, il valore diottrico equivalente
all'analogo diottro sferico simmetrico.
Anche
le ametropie astigmatiche presentano gli stessi fattori ametropizzanti
di quelle sferiche, tuttavia non è possibile calcolare
matematicamente la posizione di un punto focale.
L’anomalia
fondamentale che si crea nelle ametropie astigmatiche è dovuta alla
mancanza di un fuoco, ciò determina una sfuocatura dell’immagine in
qualsiasi punto del conoide di Sturm, l’occhio non è in grado in
alcun modo di modificare tele situazione. Solo a livello del cerchio
di minore confusione è possibile avere l’immagine più nitida.
Nell’astigmatismo
l'accomodazione non è in grado di risolvere o migliorare
l’ametropia, ma riesce solo a spostare la posizione del conoide di
Sturm rispetto alla retina, in modo da far coincidere con la sulla
superficie retinica o una delle due linee focali o il cerchio di minor
confusione.
L’astigmatismo
può essere causato da una anomalia di curvatura sia la cornea che il
cristallino. Questa situazione refrattiva è dovuta in genere ad
un'anomalia congenita della cornea .
Una curvatura verticale maggiore di quella orizzontale
(0,25-0,50 diottrie) è un difetto comune, tanto da essere
considerato fisiologico. L’astigmatismo di curvatura di tipo
acquisito è dovuto a cheratocono, a processi infiammatori, ad
ulcere corneali, ad interventi chirurgici e a
neoformazioni palpebrali.
Una anomalia di
curvatura del cristallino può determinare un astigmatismo, ma in
genere èdi piccola entità; può essere un po' obliquo o spostato
rispetto all'asse del diottro, determinando astigmatismo da decentramento; un astigmatismo analogo è
determinato dalla sublussazione del cristallino. Nelle persone
anziane, l'astigmatismo cristallinico può essere dovuto ad anomalie
refrattive delle varie zone del cristallino, per una iniziale
cataratta, questo è detto astigmatismo d’indice.
In
pratica l'astigmatismo oculare totale è dato dalla combinazione di
diversi astigmatismi presenti ai vari livelli del diottro composto.
Classificazione degli astigmatismi
in base agli assi
L’esse
dell’astigmatismo è una linea immaginaria perpendicolare al
meridiano del diottro presa in considerazione. È possibile
classificare gli astigmatismi in base alla posizione di questi due
assi.
Astigmatismo regolare:
se gli assi dei
meridiani principali sono ad angolo retto.
Astigmatismo ad assi obliqui:
se i due assi invece
di essere verticali ed orizzontali sono inclinati secondo una
direzione obliqua, pur formando sempre fra loro un angolo retto.
Astigmatismo biobliquo:
se gli assi non
formano tra loro angoli retti, si incrociano obliquamente,
Astigmatismo irregolare:
se la refrazione
è irregolare nei vari meridiani; questo tipo di astigmatismo in
genere è incorreggibile
con le lenti convenzionali. Astigmatismo irregolare si ha nel
cheratocono e negli esiti di leucomi corneali.
L'astigmatismo più
frequente è quello regolare, in cui esiste una differenza di
curvatura fra i due meridiani principali, perpendicolari l'uno
all'altro. In uno il potere diottrico è massimo, nell'altro è
minimo. I raggi paralleli che penetrano nel diottro lungo il
meridiano di massimo potere saranno messi a fuoco sulla prima linea
focale, mentre quelli che invece penetrano attraverso il meridiano
di potere minore andranno a fuoco sulla seconda linea focale. Se il
meridiano verticale ha il
potere maggiore l'astigmatismo è detto secondo
regola; mentre se il meridiano di potere maggiore è quello
orizzontale, l'astigmatismo è detto
contro regola.
Classificazione secondo la
posizione delle due linee focali
Si ha un
astigmatismo semplice quando una delle linee focali cade sulla retina,
in base a come cade la seconda linea focale avremo:
astigmatismo miopico semplice:
la seconda linea
focale cade al davanti della retina;
astigmatismo ipermetropico
semplice:
la
seconda linea focale cade dietro la retina.
Nell’astigmatismo
composto nessuna delle due linee focali coincide con la retina, ma
entrambe al davanti o al di dietro, in base a come cadono le due linee
focali avremo:
astigmatismo miopico composto:
entrambe le
linee focali sono o al davanti della retina;
astigmatismo ipermetropico
composto:
entrambe le
linee focali sono o al di dietro della retina.
Nell’astigmatismo
misto una delle linee focali cade al davanti e l'altra al di dietro
della retina.
3.3 – Particolari ametropie
Alterata capacità accomodativa
La capacità
accomodativa diminuisce con l’età, già dall’età di 12 anni
l’accomodazione si riduce progressivamente, anche se non determina
alcuna sintomatologia soggettiva perché il residuo minimo è
sufficiente per portare il fuoco sulla retina fino a circa 40 anni. A
questa età il punto
prossimo supera i 30-35 cm, distanza media di lettura e di qualsiasi
attività che necessita di accomodazione, per cui compaiono i primi
sintomi dovuti alla incapacità dell’occhio di mettere a fuoco a
meno di 35 cm. La sintomatologia verrà approfondita nei prossimi
capitoli.
La causa della
presbiopia è la progressiva riduzione della capacità di aumentare il
suo potere diottrico da parte del cristallino, per cui si riduce la
differenza tra potere massimo e potere minimo del diottro oculare, con
conseguente allontanamento del punto prossimo.
La capacità di
variare il potere diottrico del cristallino dipende essenzialmente
dalla sua elasticità, che si riduce progressivamente con l’età. La
perdita di elasticità del cristallino è dovuta ad una modifica delle
sue caratteristiche chimico - fisiche che si verificano con il passare
degli anni.
Nella tabella
seguente sono riportati i valori della distanza del punto prossimo e
il potere accomodativo in diottrie:
Età
|
Distanza punto prossimo
|
accomodazione minima
|
Accomodazione
massima
|
20
|
10 cm
|
9
|
13
|
30
|
15
|
6,5
|
10
|
40
|
22
|
3
|
8
|
45
|
28
|
2
|
6
|
50
|
40
|
1
|
3
|
55
|
57
|
0,75
|
1,75
|
60
|
100
|
0,50
|
1,50
|
65
|
200
|
0,50
|
1
|
70
|
400
|
0,25
|
1
|
Afachia
Il termine di «afachia»
si indica l’assenza del cristallino, la parola deriva dal greco:
a
(alfa negativo, assenza), phaké (lente) = assenza del cristallino.
La condizione di
assenza del cristallino può essere dovuta a cause chirurgiche,
esiti di intervento per cataratta, traumatiche, lussazione della
lente in camera vitrea o all'esterno dell'occhio, o malformative.
Attualmente la
condizione di afachia chirurgica è rara perché dopo l’estrazione
del cristallino si applica il “cristallino artificiale” o IOL che
determina la cosiddetta pseudofùchia,
che dal punto di vista ottico si ottiene un diottro composto molto
simile all’occhio normale (fachico).
L’afachia
determina la assenza completa del cristallino con conseguente assenza
dell’accomodazione e riduzione del potere complessivo del diottro
oculare.
Eseguendo
la somma algebrica dei poteri dei vari diottri componenti il sistema
rifrattivo oculare , escluso il cristallino, avremo il potere
totaledell’occhio afachico:
DT
= D1 + D2
+ D3 = 43,552 + 4,615 + (-5,882) = 42,285
In pratica il
potere complessivo si riduce di circa 19 diottrie che è il potere
diotrico del cristallino a riposo accomodativo.
La distanza focale
sarà:
n2
1,479
f2 = _____
= _____________
= 0,035 m
= 35
mm
D
42,285
Il fuoco posto a
35 mm è posteriore alla retina, per cui si verifica una ipermetropia
elevata di circa 19 diottrie. Il punto remoto diventa virtuale e i
punti principali più anteriori.
Nell’afachia
l'occhio riceve
anche le lunghezze
d'onda di solito assorbite dalla cristallino (quelle inferiori a 300-400
nm a seconda dell’età), con conseguente comparsa di una visione con
dominante blu (cianopsia) e una intensa e frequente fotofobia.
Inoltre nell’afachia
monolaterale si verifica una anisometropia (notevole differenza di
potere diottrico tra i due occhi) nella visione binoculare, con
conseguente aniseiconia (diversa dimensione dell’immagine retinica
nei due occhi. Di queste due situazioni parleremo nei prossimi
capitoli.
|